Nel neuromarketing, il verde è spesso visto come il colore della calma, della natura e della fiducia. Ma attenzione: non è sempre sinonimo di successo. Se usato male – o se usato per “mascherare” scelte poco trasparenti – il verde può generare il cosiddetto greenwashing perception, ovvero un effetto boomerang che mina la credibilità del brand.

Come ogni colore, anche il verde comunica. E lo fa prima che il messaggio sia letto.

Banner con elementi verdi

Cosa accade nel cervello quando vede il verde?

Il verde è tra i colori che il nostro cervello interpreta come segnale di sicurezza. In ambienti naturali, il verde indicava acqua vicina, vegetazione, nutrimento. E ancora oggi mantiene una valenza di continuità, equilibrio e speranza.

Emozioni e percezioni legate al verde

Il verde trasmette:

  • Speranza, calma, equilibrio
  • Crescita, freschezza, armonia
  • Ma anche (se usato male) finzione, inganno ecologico, opacità

Proprio perché oggi è associato a tutto ciò che è “green”, la sua forza comunicativa è diventata doppio taglio: crea fiducia, ma può anche essere percepito come strumentale.

Quando il verde funziona (e quando no)

Il verde funziona bene quando c'è coerenza tra messaggio e identità del brand. È molto efficace nei settori dove la sostenibilità, la salute o il benessere sono centrali.

Un esempio perfetto è Whole Foods, la catena americana di supermercati bio, che usa toni di verde per supportare il posizionamento “naturale, selezionato, autentico”.

Nel mondo della moda, Patagonia lo impiega in modo minimale ma efficace, valorizzando materiali, natura e outdoor.

Elementi di packaging verdi

Nel packaging alimentare, il verde è usato per dare un’idea di freschezza e genuinità: è comune in confezioni di insalate, prodotti vegani o biologici. Il consumatore, anche inconsciamente, lo interpreta come sinonimo di “sicurezza naturale”. Un approccio che anche noi di Imballaggi360 approfondiamo e promuoviamo analizzando il rapporto tra colore, materiali e percezione del valore nel packaging.

Un esempio sono le tovagliette in carta paglia verde, ideali per ristoranti, gift packaging o contact food: un elemento verde che comunica freschezza, sostenibilità ed empatia ambientale.

Tra i prodotti più interessanti troviamo anche le vaschette portauova verdi da 6 posti, realizzate in polpa di cellulosa compostabile.

In questo caso, il colore non è solo decorativo: comunica immediatamente sostenibilità, freschezza e attenzione all’ambiente, aspetti determinanti per i consumatori di prodotti biologici e filiera corta. La vaschetta verde diventa così un supporto visivo che rafforza la percezione di naturalezza e qualità del contenuto, contribuendo a costruire un’esperienza d’acquisto coerente con i valori di trasparenza e responsabilità ambientale.

Quando il verde è un errore

Quando il verde viene usato solo come maschera estetica, senza un reale impegno ambientale o un prodotto coerente, genera diffidenza.

Un caso noto è quello di alcune compagnie petrolifere che, per anni, hanno “ripulito” i propri loghi e le pubblicità con grafiche verde pastello, senza che ci fosse un reale cambiamento nelle politiche ambientali. Questo ha attivato una risposta critica da parte del pubblico e dei media, parlando apertamente di greenwashing (fonte: Harvard Business Review).

Nel web design, il verde può creare confusione se usato in contesti dove ci si aspetta azione o urgenza. Ad esempio, alcuni portali di booking o promozione eventi che hanno adottato un’interfaccia tutta verde trasmettono un senso di lentezza o poca autorevolezza, proprio perché il colore “rilassa” e frena il clic.

Il verde nel packaging e sul web

Nel packaging agroalimentare, il verde può rafforzare la percezione di autenticità. Ma deve essere supportato da materiali coerenti, linguaggio trasparente e immagini credibili. Non basta colorare una vaschetta di plastica di verde per essere percepiti come “bio”.

Nel web, è un colore efficace per:

  • Sezioni di garanzia o sostenibilità
  • Messaggi di conferma (es. “Ordine completato”)
  • Bottoni non aggressivi, legati a “Scopri di più” o “Visualizza dettagli”
Busta verde tenuta da una mano

Quindi: usare o non usare il verde?

Usa il verde se vuoi:

  • Comunicare sostenibilità o natura
  • Trasmettere equilibrio e tranquillità
  • Costruire fiducia e continuità

Evita il verde se:

  • Vuoi stimolare azione rapida, urgenza o eccitazione
  • Non puoi garantire coerenza tra estetica e valori reali
  • Operi in settori dove è richiesto un tono di comando, forza o impatto

Conclusione

Il verde non urla, ma resta impresso. È il colore dell’ossigeno, ma anche della trasparenza. In un mondo dove il “green” è diventato un’etichetta da conquistare, usare il verde comporta una promessa: se non la mantieni, il consumatore se ne accorge.

Il neuromarketing ci insegna che i colori non sono decorazione, ma messaggi emozionali. E il verde, più di altri, va maneggiato con consapevolezza.

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